Una passeggiata al padiglione italiano a Expo 2010 Shanghai

Il padiglione italiano a Expo 2010 ShanghaiAll’Esposizione universale 2010 di Shanghai l’Italia espone in un suggestivo blocco costruito con un innovativo speciale cemento trasparente, in grado di far passare i raggi del sole. L’edificio è tagliato da lame di cristallo, l’effetto è spettacolare! Il padiglione italiano è stato progettato dall’Architetto Imbrigli, si estende su seimila metri quadri e sarà tra i pochi alla fine dell’Expo a venire salvato e riutilizzato.

Entrare al padiglione italiano a Shanghai non è semplice: mediamente oltre tre ore di coda lungo un camminamento irrorato da acqua nebulizzata per cercare di lenire la calura. Decine di migliaia di persone ogni giorno varcano la porta riprodotta del Teatro olimpico vicentino del Palladio, suggestivo punto di partenza. Da qui comincia la nostra passeggiata al padiglione italiano a Expo 2010 Shanghai.

Incontriamo subito l’Italia della storia e dei miti, dalla sezione della cupola fiorentina del Brunelleschi percorsa dalle scale mobili, alla Ferrari in versione ecologica, elettrica. Ci sorprendono gli strumenti di un’intera orchestra appesi alla parete, sfidano la forza di gravità e sono fotografatissimi. Proseguendo la passeggiata, incontriamo – oggetto di tantissime foto anche questi – la tuta di Valentino Rossi e i giganteschi manichini di Ermenegildo Zegna.

In una maxi teca un artigiano modella scarpe e fa vedere ai visitatori cinesi e non come si crea una bella scarpa italiana fatta a mano.

Un’altra sala, un’altra emozione, tecnologie e simboli: c’è la Vespa, non manca una Cinquecento griffata, sono esposti i robot della Comau.

Passeggiando per i seimila metri quadri del padiglione italiano a Shanghai, ecco l’area con l’Italia del buon cibo italiano: la parete dei vini con centinaia di bottiglie illuminate, di fronte le forme della pasta e al centro un grande olivo le cui foglie (di stoffa) lambiscono il soffitto fatto di spighe di grano e papaveri. E’ un mondo capovolto che fa stare a naso all’insù.

Visitare il padiglione italiano può far venire appetito, ai piani superiori non mancano i ristoranti oltre che le sale video e lo spazio che le regioni occupano a turno.

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